"Siamo tornati a casa da quattordici ore, meno del tempo che
abbiamo trascorso su quel pullman che ci ha portato via da Madrid. Le immagini,
le parole, i suoni di questi giorni continuano ad affollare la mia mente, a riempire i miei occhi. E’ stata la
mia prima Gmg, ho cercato di partire senza alcuna aspettativa, fidandomi
completamente di Dio, del fatto che tutto ciò che avrei incontrato sarebbe
stato un dono ed avrebbe avuto un senso: così è stato, le mie esperienze di
fede precedenti, le più forti, avevano avuto come caratteristica principale l’
intensità, il servizio, il silenzio. Madrid invece è stato un capitolo nuovo
nella mia vita di credente, ho presto capito che di silenzio ce ne sarebbe
stato poco, la concentrazione sarebbe stato un qualcosa di raro, da
conquistarsi pian piano. La Gmg è stato l’ incontro con un Dio diverso, il Dio
dell’ allegria, della festa che non è solo la libertà di cantare in
metropolitana, di salutarsi senza conoscersi, di ridere e scherzare con tutti,
è la festa del capire che sei legato a milioni di volti da un qualcosa di più
profondo dell’ origine. Chi è dunque Cristo per noi? Monsignor Tettamanzi ci ha
fatto più volte questa domanda, Cristo per me è ciò che da senso a questa
esperienza, perché è ciò che mi lega a tutti i volti che ho incontrato. Grazie
a quale altra garanzia una signora avrebbe aperto la sua casa a sei ragazze mai
viste prima? In base a cosa avremmo dato una mano a un ragazzo sconosciuto?
Perché ci saremmo riappacificate con persone con le quali non si condivide
neanche la lingua?. E’ questa la più grande magia di Madrid, l’ unione profonda
che si è manifestata la notte della veglia, quando i nuvoloni neri si sono
avvicinati, accesi dai lampi, spinti dal vento, quando l’ elettricità è
saltata, quando l’ euforia avrebbe potuto trasformarsi in panico, quando però
qualcosa è scattato e ce l’ abbiamo fatta. “Sembra stia smettendo di piovere,
le vostre preghiere vengono ascoltate, continuate a pregare!”. Allora ha avuto
senso tutto il resto, l’ aver sofferto ore di caldo torrido per fare catechesi
insieme, l’ aver camminato in lungo e in largo, l’ aver vinto il sonno e la
sete: tutto è tornato, tutto ha avuto valore perché racchiuso nella gioia dello
stare insieme in nome di una fede e di una speranza più grandi. “Non è facile
essere amici per dieci giorni” non è facile, convivere per dieci giorni,
sorreggersi, attendersi, spronarsi finendo per capire quante cose diamo per
scontate, quanti atteggiamenti non avevamo calcolato, quante persone avevamo
sottovalutato: dunque è vero, possiamo dire “Cristo è colui che fa conoscere l’
uomo all’ uomo” e quel cuore, che avevamo lanciato oltre il muro, con tanta
fatica e tante emozioni, ce lo siamo davvero ripreso.
Grazie a tutti"
Nessun commento:
Posta un commento