martedì 4 ottobre 2011

JMJ Madrid 2011

Vi posto ora un pezzo che ho scritto dopo l' esperienza della giornata mondiale della gioventù che si è svolta a Madrid nell' agosto di quest' anno. Certamente una delle esperienze più importanti della mia vita.


"Siamo tornati a casa da quattordici ore, meno del tempo che abbiamo trascorso su quel pullman che ci ha portato via da Madrid. Le immagini, le parole, i suoni di questi giorni continuano ad affollare la mia mente,  a riempire i miei occhi. E’ stata la mia prima Gmg, ho cercato di partire senza alcuna aspettativa, fidandomi completamente di Dio, del fatto che tutto ciò che avrei incontrato sarebbe stato un dono ed avrebbe avuto un senso: così è stato, le mie esperienze di fede precedenti, le più forti, avevano avuto come caratteristica principale l’ intensità, il servizio, il silenzio. Madrid invece è stato un capitolo nuovo nella mia vita di credente, ho presto capito che di silenzio ce ne sarebbe stato poco, la concentrazione sarebbe stato un qualcosa di raro, da conquistarsi pian piano. La Gmg è stato l’ incontro con un Dio diverso, il Dio dell’ allegria, della festa che non è solo la libertà di cantare in metropolitana, di salutarsi senza conoscersi, di ridere e scherzare con tutti, è la festa del capire che sei legato a milioni di volti da un qualcosa di più profondo dell’ origine. Chi è dunque Cristo per noi? Monsignor Tettamanzi ci ha fatto più volte questa domanda, Cristo per me è ciò che da senso a questa esperienza, perché è ciò che mi lega a tutti i volti che ho incontrato. Grazie a quale altra garanzia una signora avrebbe aperto la sua casa a sei ragazze mai viste prima? In base a cosa avremmo dato una mano a un ragazzo sconosciuto? Perché ci saremmo riappacificate con persone con le quali non si condivide neanche la lingua?. E’ questa la più grande magia di Madrid, l’ unione profonda che si è manifestata la notte della veglia, quando i nuvoloni neri si sono avvicinati, accesi dai lampi, spinti dal vento, quando l’ elettricità è saltata, quando l’ euforia avrebbe potuto trasformarsi in panico, quando però qualcosa è scattato e ce l’ abbiamo fatta. “Sembra stia smettendo di piovere, le vostre preghiere vengono ascoltate, continuate a pregare!”. Allora ha avuto senso tutto il resto, l’ aver sofferto ore di caldo torrido per fare catechesi insieme, l’ aver camminato in lungo e in largo, l’ aver vinto il sonno e la sete: tutto è tornato, tutto ha avuto valore perché racchiuso nella gioia dello stare insieme in nome di una fede e di una speranza più grandi. “Non è facile essere amici per dieci giorni” non è facile, convivere per dieci giorni, sorreggersi, attendersi, spronarsi finendo per capire quante cose diamo per scontate, quanti atteggiamenti non avevamo calcolato, quante persone avevamo sottovalutato: dunque è vero, possiamo dire “Cristo è colui che fa conoscere l’ uomo all’ uomo” e quel cuore, che avevamo lanciato oltre il muro, con tanta fatica e tante emozioni, ce lo siamo davvero ripreso.
Grazie a tutti"

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