Sdraiata su un telo di nylon
Alice fissava con occhi corrucciati e sguardo vigile la volta stellata della
notte di San Lorenzo. Quella sera il cielo era talmente terso e sgombro di nubi
che, proprio al suo mezzo, era perfino rischiarato dalla scia luminosa di un
braccio della via lattea. “Come posso fare”, pensava Alice, “per avere più
possibilità di vedere una stella cadente? Devo scegliere un punto di
riferimento, concentrarmi su uno stralcio di cielo e attendere che sia
attraversato da una cometa, oppure vagare con lo sguardo velocemente e sperare
di avere fortuna? Se decido di osservare solo un piccolo gruppo di stelle corro
il rischio di perdere l’ attimo e potrò solamente sentire gli altri dire
“Eccola! L’ ho vista” ma quando avrò voltato lo sguardo la scia si sarà già spenta
e a me resterà solo la meraviglia sul volto degli amici che mi sono accanto”.
La riflessione era conciliata ad Alice dal clima speciale di quella notte:
amava vivere in montagna, certo avrebbe cambiato alcune cose della sua vita, ma
certamente non avrebbe barattato per nulla al mondo la possibilità di scostare
le tende della sua camera e poter vedere la luce del sole illuminare le
dolomiti. La sua amata, isolata,
silenziosa vita di montagna le concedeva poi serate come questa, in cui la
completa assenza di illuminazioni artificiali, permetteva di immergersi in un
buio così completo da fare paura: dal prato in cui era distesa poteva scorgere
solo la croce del campanile della chiesa di San Giacomo, tutte il resto del paese restava nascosto
sotto, ingoiato nella vallata. Solo d’ estate le capitava di poter restare per
così tanto tempo fuori di notte, e anche quella sera, pur essendo agosto, aveva dovuto coprirsi bene per
sopportare il fresco e la guazza notturne, così per qualche istante si perse ad
osservare quel paesaggio noto ma reso irriconoscibile dall’ insolita atmosfera.
“Le comete! Me ne sono dimenticata di nuovo…Basta, ora farò più attenzione” ma
mentre si proponeva, fermamente, di vedere una stella cadente pensò “Se anche
riuscissi a vedere una stella cometa, non avrei affatto idea di cosa chiedere,
non ho un desiderio pungente, non ho qualcosa che vorrei assolutamente cambiare
né qualcosa che vorrei profondamente avere, potrei forse chiedere di volere
qualcosa” ma riflettendoci sopra si rese conto di quanto fosse triste e
immaturo e ozioso “voler volere”, avrebbe certamente preferito essere animata
da una grande passione, sentire il suo cuore battere per un emozione tale che
non si sarebbe dovuta cercarla perché diventasse desiderio ma essa stessa,
sarebbe apparsa come l’ unico desiderio possibile.
(Continua...)