Se guardo bene dentro di me, nel silenzio della stanza, vedo la certezza profonda di dover trovare un senso alla mia vita tramite le parole. Perché non è esauriente parlare della vita in senso lato, è strettamente necessario parlarne non come entità unica e complessa, ma come un insieme denso e pulsante di avvenimenti diversi. E allora la persona che ora sta scrivendo, tra vent’ anni conserverà dentro di se la stessa essenza che ora la contraddistingue ma che sarà stata arricchita e plasmata dalle emozioni vissute nel tempo. Scrivo per non perdere la traccia di ciò che sono e di ciò che diventerò, scrivo con il terrore crescente di non essere all’ altezza di farlo, ma provo liberazione nell’ ordinare e riversare su questo foglio le mie più grandi sensazioni, perché scrivere come sto facendo io ora, è liberarsi da ogni freno, è pensare che non tutto ciò che mi circonda finirà, è la convinzione più profonda ed efficace che si possa andare oltre le nostre semplici azioni di ogni giorno e che a noi sia ancora aperta una strada verso una dimensione più bella e più nobile. Non so dire di più, non so spiegare quale sia, per me oggi è l’ idea che la mia vita non debba essere come tutte le altre, io voglio sentirmi presente, voglio potermi capire quanto basta per intrappolare i miei pensieri su di un foglio vuoto e farne una confessione indomita e forse ingenua a me stessa, e a chiunque creda che sia ancora possibile e giusto rischiare sognando.
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