giovedì 17 novembre 2011

Confessione


Se guardo bene dentro di me, nel silenzio della stanza, vedo la certezza profonda di dover trovare un senso alla mia vita tramite le parole. Perché non è esauriente parlare della vita in senso lato, è strettamente necessario parlarne non come entità unica e complessa, ma come un insieme denso e pulsante di avvenimenti diversi. E allora la persona che ora sta scrivendo, tra vent’ anni conserverà dentro di se la stessa essenza che ora la contraddistingue ma che sarà stata arricchita e plasmata dalle emozioni vissute nel tempo. Scrivo per non perdere la traccia di ciò che sono e di ciò che diventerò, scrivo con il terrore crescente di non essere all’ altezza di farlo, ma provo liberazione nell’ ordinare e riversare su questo foglio le mie più grandi sensazioni, perché scrivere come sto facendo io ora, è liberarsi da ogni freno, è pensare che non tutto ciò che mi circonda finirà, è la convinzione più profonda ed efficace che si possa andare oltre le nostre semplici azioni di ogni giorno e che a noi sia ancora aperta una strada verso una dimensione più bella e più nobile. Non so dire di più, non so spiegare quale sia, per me oggi è l’ idea che la mia vita non debba essere come tutte le altre, io voglio sentirmi presente, voglio potermi capire quanto basta per intrappolare i miei pensieri su di un foglio vuoto e farne una confessione indomita e forse ingenua a me stessa, e a chiunque creda che sia ancora possibile e giusto rischiare sognando.

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